... dedicato alle scarpe, all'arte, alla moda e alla tradizione calzaturiera che il Museo simbolicamente rappresenta

martedì 17 gennaio 2012

TENDENZE MODA PER LE CALZATURE UOMO DONNA

Micromuseum 6 - collezione primavera / estate 2011

Leggi l'articolo

http://www.commercio-internazionale.it/ViewArticolo.aspx?Id_Articolo=582


TENDENZE MODA PER LE CALZATURE UOMO E DONNA

Micromuseum 6 - collezione A/I 2010-11

Leggi gli articoli:

http://www.ancionline.com/anci/main.nsf/all/04D4A1E53BA07657C12576BE0049359F?opendocument

http://www.italtrade.com/countries/asia/hongkong/news/17774.htm



MICROMUSEUM, IL BELLO DELLE CALZATURE MADE IN ITALY

da IL GIORNALE .IT Economia

Le calzature made in Italy: una storia che viene da lontano. E che è ancora profondamente attuale, come dimostra Micromuseum, l'esposizione, che mette sotto la lente il fascino inimitabile dell'eleganza italiana e la straordinaria capacità produttiva dei distretti calzaturieri: Venezia, Fermo e Vigevano
di Laura Verlicchi - 21 gennaio 2010, 18:09

Leggi l'articolo:

http://www.ilgiornale.it/economia/micromuseum_bello_calzature_made_italy/economia-attualit-calzature-micromuseum/21-01-2010/articolo-id=415635-page=0-comments=1

sabato 14 gennaio 2012

FACEBOOK ... IL MUSEO RADDOPPIA

Facebook ...


Dopo il grande successo della prima pagina dedicata al Museo della Calzatura "Cav. Vincenzo Andolfi" di Sant'Elpidio a Mare, che in pochi mesi ha consolidato le 5.000 amicizie raggiungendo il limite massimo consentito da Facebook, nasce la nuova pagina Museo della Calzatura II, molto simile alla prima per darne continuità con lo stesso stile e completezza.

Un'ulteriore opportunità, dunque, affinché tutti possano conoscere il Museo, per accogliere le tantissime persone che ogni giorno chiedono la nostra amicizia e, soprattutto, per continuare ad informarvi sulle nostre attività e progetti.

Vi invitiamo quindi a cercarci su Museo della Calzatura II per accompagnarci sempre più numerosi nel meraviglioso mondo delle calzature !!!

IL DISTRETTO CALZATURIERO FERMANO-MACERATESE


Sant’Elpidio a Mare è uno dei centri più noti della regione Marche non solo per le sue bellezze monumentali ed artistiche, ma anche per la sua vocazione calzaturiera e l'alta qualità dei prodotti realizzati che rappresentano l’Italian Style nel mondo.

La volontà di valorizzare l’enorme patrimonio produttivo e, quindi, di custodire una parte fondamentale della sua storia e delle sue tradizioni, nel 1998 ha trovato il giusto riconoscimento nell’istituzione del MUSEO della CALZATURA, intitolato poi alla memoria del “Cav. Vincenzo Andolfi”, suo ideatore e fondatore insieme all’Amministrazione Comunale.

Il Museo, che conserva ed espone una ricca collezione di scarpe, stivali, macchinari, forme e strumenti per la lavorazione della calzatura, offre dunque al visitatore un quadro assai suggestivo sull’evoluzione della moda, del costume e, soprattutto, di un territorio che si è distinto per l’alta qualità dei suoi numerosi insediamenti artigianali ed industriali che nel corso del tempo hanno dato vita al “Distretto calzaturiero fermano-maceratese”.

Le origini del distretto calzaturiero fermano possono essere ricondotte al XV secolo. Fonti storiche segnalano la presenza di piccole botteghe artigiane, perlopiù limitate alla produzione di calzature destinate ai mercati cittadini, in numerosi centri del territorio dove le corporazioni di calzolai hanno sempre avuto notevole peso, come attestano gli statuti cittadini e quelli delle associazioni di mestiere.

Non è un caso che, in una delle opere più importanti della letteratura italiana, Il Decamerone di Boccaccio, all’interno di una novella si faccia esplicito riferimento alla produzione di calzature a Sant’Elpidio a Mare. 

Le Marche furono inoltre un grande centro di importazione del cuoio dalla Grecia, dall’Albania, dalla Sclavonia (attuale Croazia), e dalla Bulgaria.

Tuttavia, gli studiosi sono per lo più propensi a far risalire l’effettiva nascita del distretto calzaturiero fermano ai primi tre decenni dell’Ottocento.

Originariamente i comuni coinvolti furono Sant’Elpidio a Mare, Montegranaro, Monte Urano e Monte San Giusto. La produzione sviluppata era quella delle chiochiere, ossia le pianelle di stoffa o pelle, prive di tacco, con suola leggera di pelle cavallina, che in un primo tempo vennero prodotte quasi esclusivamente per i mercati regionali; successivamente l’area d’influenza commerciale si estese allo Stato Pontificio e al Regno di Napoli.

Verso il 1870 l’introduzione della macchina a pedale per cucire le tomaie, facilitò l’inserimento della manodopera femminile nella produzione calzaturiera ed estese il numero dei Comuni interessati dalla produzione di scarpe con forme di decentramento extracomunale.

Nei primi anni del Novecento vi fu una riconversione produttiva che portò all’abbandono della produzione delle chiochiere e all’avvio di quella di scarpe di tipo economico.

La vera e propria escalation artigiano-industriale è iniziata nel 1945, contestualmente all’evoluzione del settore agricolo. Decine e decine di migliaia di giovani, abbandonando il lavoro dei campi, si riversano nelle botteghe calzaturiere a gestione familiare che, anno dopo anno, si moltiplicano per il cosiddetto fenomeno di gemmazione, aumentando progressivamente fatturato e occupati.

Il distretto calzaturiero si concretizza però alla fine degli anni ‘60 con l’inizio della produzione industriale di calzature. I fattori all’origine della svolta vanno individuati da un lato nella tradizione artigianale preesistente che ha consentito di trasferire un patrimonio di conoscenze tecniche, professionali e produttive nella nascente industria calzaturiera, dall’altro nella diffusione della mezzadria che ha favorito l’esprimersi dello spirito imprenditoriale e che, con la sua scomparsa, ha direttamente liberato energie produttive per il settore calzaturiero.

Negli anni ’70 le imprese marchigiane si sono trovate così in una posizione di vantaggio, offrendo prodotti qualitativamente e stilisticamente apprezzabili e a costi contenuti. La conseguente crescita della richiesta ha dunque portato alla nascita spontanea di una miriade di piccole e medie imprese.

Un elemento molto importante nella comprensione del fenomeno che ha trasformato la produzione manifatturiera ed artigianale in una produzione industriale e di massa è anche quello che ha riguardato il passaggio dalla lavorazione interna di tutte le fasi del ciclo produttivo all’esigenza di esternalizzare fuori dalla fabbrica un numero sempre crescente di fasi produttive per gestire produzioni complesse e sempre più specialistiche, creando nell’area un indotto di piccole imprese specializzate nelle diverse fasi del ciclo produttivo come ad esempio i tacchifici, i tomaifici. i guardolifici, e cosi via.

Negli ultimi decenni, tuttavia, l’industria calzaturiera marchigiana registra segnali di crisi soprattutto a causa del forte aumento delle importazioni e di una contrazione delle esportazioni.

Le ricette per superare momenti recessivi sono state diverse, costringendo le imprese ad avviare processi di ristrutturazione organizzativa e di investimento.

Se da una parte per accrescere la competitività, un gran numero di aziende ha avviato processi di delocalizzazione della produzione in paesi con basso costo di manodopera; dall’altra molte hanno lavorato per rafforzare sui mercati i propri brand e conquistare quei segmenti di mercato fortemente caratterizzati dalla qualità dei materiali, delle lavorazioni, della rifinitura, ossia puntando sulla qualità, l’innovazione e la creatività: tre ingredienti che hanno reso alcuni marchi marchigiani tra i più noti e famosi al mondo.


PREMIO CREATIVI D.O.C. 2011

8 luglio 2011

Il Museo della Calzatura nel corso della serata Cuore Fashion 2011, ha ricevuto il premio "Creativi d.o.c." per l'allestimento della mostra dedicata allo stilista Salvatore Deodato.



DALL'IDEAZIONE ALLA CREAZIONE: IL TALENTO DEL M° SALVATORE DEODATO, ITALIAN DESIGNER

Dall'ideazione alla creazione ...

Il 14 maggio 2011, in occasione della Notte Europea dei Musei, è stata inaugurata la mostra "Dall'ideazione alla creazione: il talento del M° Salvatore Deodato, italian designer" dedicata allo stilista che con il suo genio creativo per oltre 40 anni ha inciso profondamente sulla storia del costume, rivoluzionando il concetto stesso di calzatura.

La mostra promossa dall'Assessorato alla Cultura e Turismo è stata la prima vera reterospettiva sull'opera di Salvatore Deodato, per ripercorrerne la lunga carriera ed illustrare i tratti salienti della sua ispirazione che, ancor oggi, possono ritrovarsi nelle più importanti collezioni.

Un ringraziamento particolare va alla Famiglia di Erminio Zaffaroni che fin da subito ha aderito con entusiasmo a questo progetto, così come ai numerosi altri collezionisti che hanno reso possiibile un allestimento eterogeno e ricco di curiosità, disegni e .... soprattutto tante scarpe assolutamente originali e assai all'avanguardia nei tempi.



SALVATORE DEODATO con i suoi modelli sorprendenti e trasgressivi ha saputo conquistare una posizione di assoluta avanguardia nel mondo del design della calzatura.

Nato a Roccalumera in provincia di Messina nel 1926, si è trasferito a Porto Sant’Elpidio nelle Marche intorno al 1972 dove è vissuto fino al 2006.

Negli oltre trent’anni anni di attività ha lavorato per numerose aziende calzaturiere del distretto fermano-maceratese e non solo.

Il suo stile, infatti, ha invaso mezza Italia da Milano a Firenze, da Parabiago a Napoli, lavorando anche per tacchifici e formifici, ormai stanchi di dover riproporre sempre le solite linee.

Deodato ha bruciato tutti sul tempo, immaginando già quali potessero essere le tendenze degli anni a seguire.

Grazie alla sua creatività e capacità di elaborare modelli d’avanguardia, combinando colori e materiali in maniera originale, molte delle aziende per cui ha lavorato si sono affermate nel panorama nazionale, riempiendo le pagine delle riviste specializzate con i modelli Deodato.

IL MUSEO IN MOSTRA A ROMA

Il Museo della Calzatura a Roma per la mostra organizzata dalle regioni per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia


DALLA TESTA AI PIEDI. UN VIAGGIO ALLA MODA TRA GLI ANNI 1940 E 1970


La mostra "Dalla testa ai piedi. Un viaggio alla 'moda' tra gli anni 1940 e 1970" è stata realizzata nel 2009 per proporre un viaggio nell’universo moda scegliendo quattro decadi che hanno rappresentato un salto rivoluzionario per la storia del costume, lasciando in eredità un corredo inesauribile di ispirazioni per gli stilisti di oggi.

Del resto, qualcuno ha detto che la moda è un continuo fluire come un fiume che scorre parallelo alla storia del mondo, attraversando la società. Niente più della moda è l’espressione più evidente e tangibile di uno dei caratteri fondamentali della specie umana: l’eterno desiderio di trasformazione e cambiamento, che si esprime anche attraverso la dinamica dell’aspetto esteriore.

E così, per ripercorrerne le tappe più significative, è stato pensato un percorso cronologico che, attraverso un’accurata selezione di abiti, accessori e scarpe realizzati dai grandi ateliers italiani e da storiche fabbriche e botteghe del Fermano, accende i riflettori sulle tendenze e i gusti che si sono avvicendati e rimescolati dalla seconda guerra mondiale fino alla fine degli anni ’70 sconvolgendo canoni estetici ritenuti inviolabili dall’haute couture, ossia l’alta moda, identificata come creazione artistica e privilegio per pochi per dare sempre più spazio al prêt-a-porter, sarcasticamente definito dai primi couturier come la “moda della strada” più attenta alle esigenze di un mercato di massa.

Parte fondamentale del percorso espositivo si è basato sul nucleo delle calzature del periodo collezionate nel Museo che documentano perfettamente il passaggio dal processo produttivo manifatturiero alla produzione industriale, così come i cambiamenti della moda e del costume nelle varie categorie sociali, a partire da l’haute couture delle capitali europee fino al prêt à porter del boom economico italiano.

A questa parte centrale sono state affiancate delle collezioni di cappelli e borse, ancora una volta per dare attenzione ad altri “accessori del vestiario”, fondamentali non soltanto per la loro funzione quanto per l’evoluzione estetica nei diversi ambiti sociali.

La mostra, patrocinata dalla Regione Marche, Camera di Commercio di Fermo, Fondazione Carifermo, Confidustria, CNA, Unione Stilisti delle Marche, Fondazione Helios, ha rappresentato un ottimo esempio di promozione in rete delle eccellenze del territorio grazie alla collaborazione con altri importanti musei etnoantropologici della nuova provincia di Fermo.

LA CALZATURA: RECLAME E LOGHI

14 dicembre 2003 - 25 gennaio 2004



Il Museo, per la sua originalità, ricchezza e varietà di reperti, strumenti, attrezzi e documenti, rappresenta un patrimonio eccezionale e pressoché unico nel suo genere. L’esposizione per aree tematiche, infatti, ben illustra le trasformazioni che hanno subìto le calzature: così, dalla fedele riproduzione della "bottega del ciabattino" inizia la scoperta di un mondo forse poco conosciuto ma ricco di sorprese, dove la semplicità dei gesti da sempre si accompagna alla creatività e alla sperimentazione fino a creare delle vere opere d’arte, offrendo al visitatore un quadro sulla tradizione artigianale legata alla realizzazione della “scarpa” ed anche una vasta panoramica sulla storia della moda e sull’evoluzione del costume della società nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.




COME ARRIVARE AL MUSEO


** Auto:
- da nord, A14 uscita casello autostradale di Civitanova Marche, superstrada per Macerata, uscita Montecosaro, seguire le indicazioni per Sant’Elpidio a Mare.

- da sud, A14, uscita casello autostradale di Porto Sant’Elpidio per poi seguire le indicazioni per Sant’Elpidio a Mare.


** Treno:
stazione consigliata Civitanova Marche, poi collegamento autobus per Sant’Elpidio a Mare.



venerdì 13 gennaio 2012

MI PRESENTO ...


Nel cuore delle Marche sorge la città di Sant’Elpidio a Mare, uno dei centri più grandi e rappresentativi della provincia di Fermo, noto non solo per il suo patrimonio artistico, ma anche per la sua antica vocazione calzaturiera e l'alta qualità dei prodotti realizzati da famose griffes che rappresentano l’Italian Style nel mondo.

Entrambi questi aspetti sono testimoniati nei suoi Musei cittadini: la Pinacoteca Civica “Vittore Crivelli” e il Museo della Calzatura “Cav. Vincenzo Andolfi, che insieme al Museo della Collegiata e alla Torre Gerosolimitana o dei Cavalieri di Malta costituiscono la rete civica museale SEMusei.

La volontà di custodire una parte fondamentale della sua forte vocazione calzaturiera, ha trovato il giusto riconoscimento con l'allestimento nel 1998 del Museo della Calzatura, successivamente intitolato alla memoria del Cav. Vincenzo Andolfi, scomparso nel 2006, suo ideatore e fondatore insieme all'Amministrazione Comunale.

Il Museo, per la sua originalità, ricchezza e varietà di reperti, strumenti, attrezzi e documenti, rappresenta un patrimonio eccezionale e pressoché unico nel suo genere.

L’esposizione per aree tematiche, infatti, ben illustra le trasformazioni che hanno subìto le calzature: così, dalla fedele riproduzione della "bottega del ciabattino" inizia la scoperta di un mondo forse poco conosciuto ma ricco di sorprese, dove la semplicità dei gesti da sempre si accompagna alla creatività e alla sperimentazione fino a creare delle vere opere d’arte, offrendo al visitatore un quadro sulla tradizione artigianale legata alla realizzazione della scarpa ed anche una vasta panoramica sulla storia della moda e sull'evoluzione del costume e della società nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.

Assai consistente e particolare è la sezione dedicata alle Scarpe dei personaggi famosi, in continua espansione, dove sono esposte le scarpe di importanti personaggi della sfera religiosa tra cui quelle di ben cinque Pontefici (Papa Leone XIII, Paolo VI, Papa Giovanni XXIII, Pio XI e Papa Giovanni Paolo II), ma anche di molti campioni dello sport, tra i quali Gino Bartali, Francesco Moser, Giovanni Trapattoni, Valentino Rossi, Marco Tardelli, Valentina Vezzali, Giovanna Trillini, Zidane, Alessandro del Piero, Roberto Baggio, Yuri Chechi, Mario Cipollini, Ronaldo, Christian Vieri; di Premi Nobel come Sir Derek Walcott e Dario Fò e di tanti altri personaggi della politica, dello spettacolo  e della musica, come Giulio Andreotti, Milva, Bobby Solo, del jazzista Cedar Walton ed il celebre tenore Beniamino Gigli, ecc.

Questo Blog non riveste in alcun modo carattere istituzionale, bensì nasce dalla voglia di far scoprire un'importante istituzione museale del Fermano, non soltanto per tramandarne l'ispirazione originaria, ma anche per farlo conoscere ed apprezzare ad un vasto pubblico e ai tanti turisti che ogni anno raggiungono il nostro bel territorio, ricco di arte, storia, culture e tradizioni.

*A.Le*